Via Umberto, Via Scarpellini


Video


Percorso

Via Umberto è dominata dal palazzo del Giudicato; all'ultimo piano del palazzo si trovava la locanda Italia, citata dal giornalista Mino Maccari in un articolo in cui descriveva il confino come villeggiatura in luogo ameno.
Di fronte, in posizione sopraelevata, via del Bagno Vecchio, dove il confinato Ruggero Fabbri aprì una bottega di cocciaio. Proseguendo lungo via Umberto si ha sulla sinistra la casa in cui alloggiò Pietro Nenni (attuale ristorante Eea); dalla terrazza Nenni seguì lo sbarco di Mussolini e il trasferimento in una casa sulla spiaggia di Santa Maria (oggi è un albergo).
Dal bivio si prende via Scarpellini; la costruzione a sinistra (hotel Del Capitano) fu progettata dal confinato Amadeo Bordiga, ingegnere e fondatore del Partito Comunista.
Proseguendo si avevano, sulla destra, una mensa (attuale b&b Mediterraneo) e l'abitazione di Maria Picicco, "madre dei confinati". Sulla sinistra, lungo il sentiero che porta alla collina degli Scotti, la casa in cui vissero il confinato Piero Montagnani e la moglie Tita Fusco; benestanti, comunisti, organizzavano ricevimenti pomeridiani ritenuti troppo borghesi da altri confinati; lei cantava, accompagnata al pianoforte da Bruno Giorgi, scultore.

Testimonianze


Pietro Nenni (confinato): Verso le dieci la corvetta G.40 ha fatto il suo ingresso nel porto e ha gettato l’ancora a cento metri dal molo. Un generale e alcuni ufficiali sono scesi a terra. Grande curiosità nel paese e al campo. Andirivieni di ufficiali attorno alla capitaneria. L’unica automobile dell’isola è stata mobilitata dal direttore del campo per una corsa all’interno in direzione di Santa Maria… Sono le undici quando una barca si stacca dai fianchi della corvetta e prende la direzione di Santa Maria, una frazione a un tiro di schioppo da Ponza. Sono a bordo un civile (che poi apprendo essere Mussolini che sul momento non riconosco) e sei carabinieri. Scherzi del destino! Trenta anni fa eravamo in carcere assieme, legati da un’amicizia che sembrava dover sfidare il tempo e le tempeste della vita, basata come era sull’odio comune della società borghese e della monarchia e sulla volontà di non dare tregua al nemico comune. Oggi eccoci entrambi confinati sulla stessa isola; io per decisione sua, egli per decisione del re e delle camarille di corte, militari e finanziarie, che si sono servite di lui contro di noi e contro il popolo e che oggi di lui si disfano nella speranza di sopravvivere al crollo del fascismo.


Giorgio Amendola (confinato): Germaine e io accettammo l'invito a pranzo di Piero Montagnani e di sua moglie, farmacista e cantante. Avevo conosciuto Piero a Parigi, quando aveva preso contatto con il centro del partito, e lo ritrovavo a Ponza. Era la coppia più borghese della colonia confinaria. Avevano affittato una bella casa con giardino. Invitavano pochi e selezionati amici, tra cui lo scultore Bruno Giorgi, ai settimanali pomeriggi musicali, nei quali si poteva ricevere tè e pasticcini ed ascoltare le arie cantate, con abbondanza di gorgheggi, dalla padrona di casa. Piero era ferocemente criticato dai compagni per questa vita borghese che cercava di trasformare il confino in una villeggiatura. Ma egli non aveva voluto privare sua moglie di certe comodità. Anche i frequentatori del suo salotto erano criticati. Ma diversamente dal protagonista del film di Marco Leto "La villeggiatura" , che pure ricorda momenti e sensazioni di quel periodo, Montagnani era un serio militante comunista. "Non si costruisce il socialismo al confino, non ho bisogno, come voi ultimi arrivati, di farmi accettare e di essere proletarizzato", affermava.


Genoveffa D'Atri (ponzese): A fine luglio '43 le case sulla spiaggia di Santa Maria furono fatte sgomberare improvvisamente, in rada ormeggiò una corvetta: si intuiva che era arrivata una persona importante, qualcuno ipotizzava che si trattasse di Mussolini ma non avevamo notizie certe. Dopo qualche giorno mia madre mi mandò da Michele Mazzella, il marito di Rosa Galano, che aveva uno spaccio a pochi metri dal tabacchino; lì si acquistavano viveri con la tessera annonaria. Mentre aspettavo, entrò l'orefice Regine e disse a mezzavoce: "Miche', abbiamo avuto la conferma certa: si tratta proprio di Mussolini!" Allora io, tutta emozionata, corsi a dare la notizia a mia madre e ... dimenticai di prendere la sporta della spesa.